Chissà quante volte ci siamo passati davanti, senza nemmeno accorgercene.
Oppure ci siamo persino fermati a prendere un panino con la salamella, con ripieno inversamente proporzionale alla pesantezza delle materie che ci aspettano.
Beh, il furgone rosso di Loreno Tetti, “paninaro” di via Celoria, è stato ritrovato carbonizzato la mattina del 20 Luglio, proprio all’indomani delle commemorazioni della strage di Via d’Amelio.
L’incendio doloso è un biglietto da visita sin troppo esplicito della criminalità organizzata di stampo mafioso e di certo non è una coincidenza il fatto che Tetti sia stato l’unico della zona a denunciare come i paninari della zona siano costretti a pagare la famiglia dei Flachi, cosca che da anni spadroneggia in Lombardia e con strettissimi collegamenti con la ‘ndrangheta calabrese.
Basta pagare per rimanere tranquilli, o addirittura “essere protetti”. Questa è il modo di pensare che fa comodo alla mafia.
Una richiesta che non ha voluto accettare Tetti, che non ha abbassato la testa nè baciato le mani, ma ha fatto l’unica cosa che un cittadino dovrebbe fare: denunciare alle autorità.
Ma ora, davanti al suo furgone, ovvero al suo lavoro, quasi la sua vita, ridotto in rottami carbonizzati, denuncia il suo sconforto e quasi un sentimento di tradimento da parte di uno Stato che non riesce a protegge chi si espone pur di garantire la legalità.
Come studenti del Politecnico manifestiamo tutta la nostra solidarietà a Loreno Tetti, per il suo senso di legalità e il suo coraggio.
Come studenti del Politecnico rivendichiamo con orgoglio la volontà di cacciare la mafia da Città Studi e tenere alta l’attenzione di tutti, perchè è nell’indifferenza che la mafia prospera e noi non vogliamo lasciargli terreno.
Non è solo e noi lottiamo al suo fianco.