RIFLESSIONI SUL FUTURO E LA DIGNITA’ ACCADEMICA DEL CORSO DI
URBANISTICA DELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA E SOCIETA’ DEL
POLITECNICO DI MILANO
Luglio 2011
Il corso di Urbanistica nasce nei primi anni ’90 grazie all’impegno e alla passione dimostrata dal Professor Pier Carlo Palermo, allievo di Astengo a Venezia. Il professor Palermo aveva tutti i propositi di portare anche il capoluogo lombardo alla scoperta e alla trattazione della disciplina urbanistica.
L’esperimento comincia con assoluto entusiasmo, intanto sul panorama legislativo e governativo si procede alla modifica del Titolo V, quindi alla redazione di leggi regionali in materia urbanistica che istituiscono nuove forme di piano, più europee e complesse. L’introduzione del concetto di Pianificazione e governo del territorio sembrava dover portare con se l’emergere della figura professionale dell’urbanista: quel concentrato e mix perfetto di umanità, tecnica e management pubblico. Una figura di riferimento da consultare non solo per firmare la redazione di piani territoriali, ma che potesse insieme alla società riflettere sulla configurazione spaziale di essa e governarne anche politicamente, senza ideologie distorte, lo sviluppo.
Lo stato di fatto, ad oggi, di questo progetto accademico ambizioso e del posizionamento professionale nel mondo del lavoro dei pianificatori, pone alcune questioni rilevanti.
Il progetto iniziale a detta del Professor Pier Carlo Palermo, ideatore e promotore, non è stato realizzato. Palermo non nasconde delusione e interrogativi sulla stessa validità del corso di studio.
Occorre, a questo punto, analizzare la condizione dei pianificatori: poco pubblicizzata, poco richiesta, molto eclettica e poco rigorosa.
Alla luce di quest’analisi gli studenti di pianificazione desiderano aprire un tavolo di lavoro oltre che di dialogo per comprendere e lavorare sui numerosi limiti del corso di studio.
Possibili cause del poco credito del corso di studi:
– totale mancanza di marketing sulla figura dell’urbanista sia nel mondo del lavoro che nel mondo della formazione
Nota: dinamiche legatissime poiché se non si ha una credibilità a livello professionale è inutile presentarla per buona ai giovani studenti quando in realtà non è neppure spendibile.
– ulteriore mancanza consiste nell’operato degli urbanisti del passato che credendo di risolvere il problema con il corporativismo di epoca fascista, e quindi l’istituzione di un albo per pianificatori, non ha contribuito davvero al processo riformista della pianificazione che doveva essere unita con l’ente nazionale INU, rinnovandolo dall’interno, e proseguire con una visione unitaria per le grandi riforme del paese.
– il facile accesso al corso di studi a causa del sistema di ammissioni che permette a studenti poco convinti di entrare al Politecnico come studenti di urbanistica nonostante la prova d’ammissione sia stata negativa.
Nota: dal punto di vista del diritto allo studio sarebbe auspicabile non avere test d’ingresso per frequentare un’accademia poiché si dimostrerà nel corso degli studi scelti la validità o meno delle proprie capacità. C’è da aggiungere che un individuo che obbligato non è ha proseguire gli studi universitari, al secondo anno che frequenta un corso in cui non crede e di cui non comprende i contenuti, è facile che abbandoni il percorso.
In conclusione una proposta che mi sento di fare come rappresentante degli studenti è quella di cominciare, dal basso, un processo di riforma urbanistica in Italia. Un percorso che il Diap deve configurare come un workshop a tempo indeterminato che si metta a lavorare su una riforma nazionale in materia di Pianificazione Territoriale, un workshop in cui non ci siano parti autoreferenziali, ma dove studenti, professori, esperti, ricercatori, esponenti dell’Inu possano lavorare insieme e in modo proficuo per elaborare la base della propria dignità disciplinare: le regole e le innovazioni.
Al Presidente del CCS
Dott. Gabriele Pasqui
Erica Lenzi
Rappresentante in CCS della Lista “La Terna Sinistrorsa”