Convinti che il Teatro sia uno strumento che riesce ad affrontare temi seri della vita facendoci riflettere senza annoiare, organizziamo anche quest’anno una nuova edizione della Rassegna di Teatro Civile, portando il teatro nel cuore del Politecnico e rendendolo accessibile a tutti!

Il progetto si basa infatti sulla nostra concezione di università pubblica, intesa non solo come luogo di formazione tecnico-teorica ma come spazio per la comunità, luogo di confronto e di cultura da cui studenti e cittadini possano attingere liberamente per crescere intellettualmente e politicamente.
Gli spettacoli in programma infatti avranno tematiche fortemente attuali, di carattere civile, etico e socio-politico, e al termine di ognuno di essi cercheremo di lasciare uno spazio di dibattito e discussione con regista ed attori.

Gli appuntamenti sono i seguenti:

  • 6 marzo
    Il Riscatto“, con Mohamed Ba
  • 12 marzo
    Sono tutti uguali”, con Giulio Cavalli e Giuseppe Civati
  • 19 marzo
    Ti si moj zivot” con Fenice dei Rifiuti
  • 26 marzo
    Il Muro”, con Marco Cortesi e Mara Moschini
  • 3 aprile
    Lo Stato contro Loizzi”, con Massimiliano Loizzi
  • 28 maggio
    Germerolda VIII”, con Teatro delle Biglie

Gli spettacoli si terranno al Politecnico di Milano, in Aula De Donato, Edificio 3, Piazza Leonardo da Vinci 32. L’inizio è previsto alle ore 20:45.

INGRESSO GRATUITO

Evento Facebook: www.facebook.com/events/292437081434622/

Per info contattateci a info@ternasinitrorsa.it o sulla nostra pagina facebook.

Iniziativa realizzata con il contributo del Politecnico di Milano.

Descrizione degli spettacoli:

  • “Il Riscatto“:  

“Dalla Savana al Municipio, il riscatto del migrante” .
Nascere e crescere nel sud del mondo, coltivare l’idea ingenua, intollerabile, indegna di gente moderna, che il mondo sia nostra patria comune e che, prima che la morte ci accolga tutti, secondo le credenze e i riti di ognuno, la terra che calpestiamo è di noi tutti.
E così è il mare che la avvolge e il cielo che ci disseta capricciosamente.
Ritrovarsi in mezzo al nulla assoluto, armati di solo speranza di essere visti, di essere notati, di essere salvati.

Il riscatto è uno spettacolo che ci porta a toccare con mano tutto quello che bisogna sapere sul fenomeno migratorio, e forse a capire almeno un perché tra gli altri mille perché.
In questo spettacolo della durata di un’ora, Mohamed Ba ci invita a cogliere l’occasione che ci offre la povertà per un riscatto, per una vera rilettura del nostro essere, nient’affatto impermeabile alle contaminazioni.
Il sogno diventa realtà e l’esule diventa il prima cittadino. E se succedesse?

  • “Sono tutti uguali”

Ci siamo messi in testa una cosa che non si era mai vista. Ma, si sa, a me piace così. Quando mi viene. E poiché da tempo mi dicono che il mio teatro è troppo “politico” (me lo dicono di solito i detrattori avviliti, quelli che hanno bisogno che non ci siano in giro tipi diversi dai falsi cortesi che sono) allora mi sono detto che è vero: che sono terribilmente politico in quelli che scrivo e che recito. Per scelta.

E allora ci siamo detti che in fondo sarebbe proprio una cosa mai vista che la politica entri in teatro. Senza infingimenti. E alla fine lo facciamo davvero: lo spettacolo si intitolerà “Sono tutti uguali” e in scena ci sarà anche un politico, davvero. Che tra l’altro è un amico. E una gran bella penna. Pippo Civati.
E ieri ci siamo permessi di parlarne e mostrare un’anteprima piccola piccola. Ecco: se avete voglia è tutto qui.
Sipario. Poi ne parleremo.

  • “Ti si moj zivot”

Ti si moj zivot è il racconto di una guerra. Una guerra che si è combattuta poco tempo fa, vicinissima nel tempo e nello spazio. Una guerra atroce, che ha visto fratelli uccidere fratelli, frantumando l’unità di una nazione, frantumando vite, sogni, speranze. Frantumando la loro stessa storia. La guerra nella ex Jugoslavia.
Di chi sono stati i torti? Chi ha iniziato? Chi ha commesso i crimini peggiori? Qual è stato il ruolo delle grandi potenze internazionali? È praticamente impossibile dare una risposta. Non lo sanno nemmeno loro, i tanti popoli che hanno combattuto questa guerra tremenda, iniziata in Slovenia e finita in Kosovo, senza che alcuna di quelle regioni potesse uscirne indenne. Per più di un decennio.

In questo spettacolo, poniamo la lente di ingrandimento su alcune delle tante piccole storie che hanno attraversato il primo anno della guerra in Bosnia, tra il 1992 e il 1993, dando voce alle tante persone che sono rimaste schiacciate sotto il peso delle macerie (strutturali e morali) senza davvero capire cosa stesse accadendo.

Incontriamo allora Bosko e Admira, due giovani fidanzati di etnie e di religioni differenti.
Incontriamo Zlata, una bambina di 11 anni che ha scritto in un diario la sua visione di quegli anni.
Incontriamo Suada, una giovane studentessa in medicina di Dubrovnik.
E incontriamo Vedran, mentre suona il suo violoncello sulle rovine della biblioteca di Sarajevo.
Sullo sfondo, quasi in controluce, le Olimpiadi invernali di Sarajevo del 1984 e i mondiali di calcio di Italia 1990. Quando ancora nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo. Quando ancora la Jugoslavia esisteva.

  • “Il Muro”

“It’s always the small people who change things. It’s never the politicians or the big guys. I mean, who pulled down the Berlin Wall? It was all the people in the streets.” Luc Besson È stata una delle barriere più invalicabili e letali che l’essere umano abbia mai conosciuto in grado di tenere divisa una città per 28 anni e provocare la morte di centinaia persone. Attraverso reali testimonianze frutto di un’inchiesta giornalistica sul campo, lo spettacolo “Die Mauer • Il Muro” porta in scena indimenticabili storie vere di determinazione, coraggio e fede nel nome della libertà e del rispetto dei diritti umani. Una storia, quella del Muro di Berlino, che parla di violenza e dittature, ma allo stesso tempo anche del destino di migliaia di persone che decisero di scavalcare una barriera ingiusta e ignobile per conquistare il diritto di essere semplicemente “liberi”.

“Ascolterete quattro storie vere raccolte dalla bocca stessa di chi le ha vissute: la storia di chi pagò con la vita. Di chi tentò l’impossibile. Di chi non si arrese mai. E di chi alla fine riuscì a cambiare il Mondo. Persone come me e voi, che di fronte alla domanda: “Warum – perché l’hai fatto?”, ci hanno dato la risposta più assurda che mai ci saremmo aspettati. “Perché?! Für einen Traum – per un sogno”. Lo spettacolo teatrale “Il Muro • Die Mauer” è patrocinato dal prestigioso Progetto Europeo ATRIUM del Consiglio d’Europa che si propone di valorizzare il “patrimonio scomodo” del continente europeo con particolare attenzione alla memoria delle vicende più importanti della Storia Moderna e Contemporanea.

  • “Lo Stato contro Loizzi”

Dopo anni di onesta carriera, rivoltosa e refrattaria, Massimiliano Loizzi è alla sbarra.
In novanta minuti irrefrenati e irrefrenabili, senza intervallo, dimostrerà alla giuria, riunitasi dietro regolare pagamento del biglietto, la sua profonda colpevolezza, con le schiaccianti prove delle sue innumerevoli, e finora inenarrabili, nefandezze compiute ai danni dello Stato, della famiglia, del popolo, del pubblico, degli uomini, e, soprattutto, delle donne.

All’alba dei suoi primi quarant’anni Massimiliano Loizzi si racconterà e ci racconterà.
“Sono il migliore attore comico della mia generazione, è un fatto inconfutabile e sono qui per dimostrarlo. Ma sono anche il miglior attore, di qualsivoglia definizione, della mia generazione e autore fra i più grandi degli ultimi settant’anni… e sono qui per dimostrarlo.
Dopotutto se lo spettacolo dovesse far cagare, posso sempre dire che quella sera non ero in forma, perchè in ogni caso resto comunque il migliore, ed è sempre meglio veder cagare il migliore, che sentir blaterare uno dei tanti.”

Un monologo in bilico fra satira e poesia.

Con le sue doti di improvvisatore e la sua verve satirica e poetica, Loizzi  narra le storture e contraddizioni del paese, attraverso storie, sogni e deliri poetici.

E’ un NON-spettacolo :

non è un’autobiografia, non è stand-up comedy, (solo per usare un odioso inglesismo a caso), non è un monologo teatrale, non è satira, non è un happening, non è una prova aperta, non è una recita, non è una serata senza pretese, non è…
ma, è ispirato DA i miei grandi maestri, che hanno reso nobile l’arte del comico, (Giorgio Gaber, Paolo Rossi, Louie C. K. solo per citare i primi tre che ho in mente) è “il sacrificio del comico, obbligato a mettere alla berlina i suoi più intimi difetti e debolezze, in modo da poter parlare al pubblico da pari: perché tramite l’esposizione dei suoi più reconditi vizi ci redime dai nostri.”

Parlerò di me, dei miei vizi (tanti), dei miei pregi (due), del mio lavoro, delle mie notti, dei miei figli, delle mie mogli, delle mie vite… e basterà una serata a raccontar tutto, vi domanderete voi? Se pagate il biglietto intero, si, vi risponderò io.

  • “Germerolda VIII”

Un uomo solitario arriva nella notte alle soglie di un paese senza nome, in un mondo senza tempo. Di lui non si conosce nulla.
Un’unica certezza: in cima alla collina, deve raggiungere il Castello. Ma subito gli si manifesta l’immensa macchina burocratica a fermarlo, rallentarlo, le strade preposte sembrano non avvicinarlo neppure.
K. si ritrova a dover vivere al paese, immerso nella scoperta e circondato da persone dai comportamenti più insoliti pur mantenendo un’apparenza di normalità, in una serie di grottesche vicissitudini nel disperato tentativo di raggiungere la sua meta.

Il testo è liberamente tratto dall’opera di Kafka e vuole essere un compendio e una esplorazione dei suoi lavori e di quelli che da essi si sono sviluppati in seguito sui temi dell’alienazione, dell’impotenza e della solitudine dell’uomo nel mondo in cui vive, la sensazione di straniamento e fondamentale incomunicabilità.

Persino questa flebile evidenza, la presenza del Castello, rimane elusiva, una sagoma immersa nella nebbia e priva di qualunque significato, come pure il desiderio che spinge il protagonista.

C’è da chiedersi se la realtà sia l’inverosimile. Ma il dubbio rimane.