Cerchiamo di fare il punto della situazione sullo sciopero proclamato dal Movimento per la dignità della docenza universitaria, un gruppo di più di 5000 professori e ricercatori di tutte le università d’Italia, tra cui almeno 158 del Politecnico di Milano. Come lo stesso gruppo rivendica nella lettera di proclamazione, lo sciopero è stato indetto per:

[…] ottenere l’adozione di un provvedimento di legge, in base al quale:
1) le classi e gli scatti stipendiali dei Professori e dei Ricercatori Universitari e dei Ricercatori degli Enti di Ricerca Italiani aventi pari stato giuridico, bloccati nel quinquennio 2011-2015, vengano sbloccati a partire dal 1° gennaio del 2015, anziché, come è attualmente, dal 1° gennaio 2016;
2) il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1° gennaio 2015.

Come La Terna Sinistrorsa condividiamo le ragioni di questo sciopero e comprendiamo la necessità di azioni di rivendicazione dei propri diritti, in un contesto in cui altre forme di protesta sono rimaste inascoltate. Come studenti ci sentiamo vicini a questi temi, perché anche noi siamo vittime dei tagli all’origine di queste proteste; una politica di riduzione dei fondi all’Istruzione ha ripercussioni su tutti coloro i quali vivono l’Università.

Proprio alla luce di questo, sarebbe preferibile un’azione comune che coinvolga tutte le parti in causa, e non una forma di protesta come quella pensata dai docenti, che colpisce unicamente gli studenti. Questa protesta, infatti, non impatta semplicemente sull’erogazione dell’appello; per fare alcuni esempi, un esame svolto fuori dalla sessione ordinaria può causare un ritardo sulle scadenze per la registrazioni dei crediti al fine di ottenere borse di studio, sull’iscrizione alla sessione di laurea di settembre e sulle ammissioni alla lauree magistrali.

Per comprendere meglio le modalità di attuazione della protesta al Politecnico abbiamo contattato i 158 docenti firmatari della lettera, e al momento abbiamo ricevuto risposta da solo 9 fra loro. Pare non esserci ancora neanche da parte loro una chiara idea su come manifestare e con quali modalità astenersi dall’erogazione dell’appello.

L’Ateneo ci ha comunicato che al momento non è stata ricevuta nessuna comunicazione ufficiale di adesione allo sciopero da parte di suoi docenti. Il Rettore, interpellato nei giorni scorsi dal nostro senatore Andrea Limonta, ha però assicurato che in nessun caso si perderanno appelli di settembre e che verranno prese le eventuali misure necessarie per evitare danni agli studenti. Le possibili soluzioni sarebbero, per esempio, l’erogazione dell’appello da parte di docenti dello stesso corso e l’istituzione di appelli straordinari all’interno della sessione ordinaria.

Noi restiamo a disposizione per ogni chiarimento, e anzi vi invitiamo a indicarci le situazioni in cui questo sciopero possa creare dei disagi particolari: ci faremo portavoce delle segnalazioni verso l’Ateneo e lavoreremo insieme per trovare una soluzione.

Alleghiamo, infine, la lettera di proclamazione e, per maggiore facilità nella consultazione, l’elenco dei docenti firmatari del Politecnico.